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13.5.14

MORIRE

Se c'è una cosa che mi spaventa da morire è la morte.
Il buio infinito dal quale saremo avvolti quando moriremo.
Quel profondo nulla in cui galleggeremo per l'eternità.

Quando non credi in nessun dio, in nessun aldilà, in nessuna reincarnazione
o in chissà che altro, è difficile non esser spaventati dalla morte.

Così, quando la morte colpisce intorno a me e non solo,
io soffro, tanto, tantissimo, terribilmente,...
A volte sto male anche se non conosco la persona che ci ha lasciati.

Ma più di tutto sto male per chi decide di andare incontro alla morte,
di strapparsela di dosso quella vita che abbiamo.
Sto male per tutte quelle persone talmente inquiete e straziate da essere cieche
e non vedere più il bello del mondo.
Loro che la vita non vedono l'ora di scrollarsela di dosso.

E penso a quanto deve essere tremendo desiderare la morte.

Quanto deve essere insopportabile quel buio che si ha dentro al petto.
Quanto pesante quella vita che non si vuol più vivere.
Decidere di andarsene da questo mondo, di non voler rivedere più nessuno,
di rinunciare ad amici, ad un futuro.
Come si fa ad essere pronti a tutto questo?
Non ne ho idea.

Non eravamo amici del cuore, ma ti volevo bene, la malinconia con cui convivevi
te la leggevo negli occhi, nelle parole.
Al contrario di quello che sicuramente pensavi, mancherai a questo mondo,
mancherai al tuo futuro, mancherai alla moglie che non hai mai conosciuto
e ai figli che non hai mai avuto.
Mancherai a chi questa vita te l'ha data in dono.

Mancherai... anche se non te ne frega un cazzo, mancherai.

Il mio pensiero questa sera va a te.

Ciao Manu.

Se la morte fosse un vivere quieto,
un bel lasciarsi andare,
un’acqua purissima e delicata
o deliberazione di un ventre,
io mi sarei già uccisa.
Ma poiché la morte è muraglia,
dolore, ostinazione violenta,
io magicamente resisto.
Che tu mi copra di insulti,
di pedate, di baci, di abbandoni,
che tu mi lasci e poi ritorni senza un perché
o senza variare di senso
nel largo delle mie ginocchia,
a me non importa perché tu mi fai vivere,
perché mi ripari da quel gorgo
di inaudita dolcezza,
da quel miele tumefatto e impreciso
che è la morte di ogni poeta.
- Alda Merini


2 commenti:

la_stupida ha detto...

gli auguro quella pace che forse qui non ha trovato!

Questo Soffitto Viola ha detto...

Saputo ieri di manu..senza parole io, le tue bellissime!