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1.6.15

La mia lettera ad Adolfo Di Bella

Buonasera Adolfo,
ho ventotto anni e temo di aver scoperto troppo tardi il Metodo Di Bella.
Dico troppo tardi perché le condizioni di mia madre (58 anni) da due mesi a questa parte sono precipitate, complice una chemioterapia devastante che ha indebolito nonché peggiorato le sue condizioni.

Carcinoma mammario operato nel 2011 seguito da sei  chemio, sembrava scomparso e tutti in casa abbiamo tirato un gran sospiro di sollievo.

Agosto 2014 ripetute coliche addominali (scambiate per coliche renali dai medici dell'ospedale regionale di Ancona) portano mia madre a più di un ricovero in urologia per sospetto calcolo renale, fatto sta che nei numerosi tentativi di tirar fuori sto calcolo i medici analizzando vari campioni giungono alla diagnosi di probabile "tumoretto" all'uretere (retroperitoneo).
Lo sconforto aumenta quando l'esito di una PET, fatta immediatamente, evidenzia anche metastasi ossee su bacino e colonna vertebrale (zona lombare). In preda al panico più totale corriamo allo IEO, per un semplice consulto, dove un'oncologa ci tranquillizza dicendoci che essendo nel 2014 le cure funzionano e mia madre non morirà! Valutato il piano di cure mia madre decide di affidarsi di nuovo alle cure dell'oncologo di Macerata che l'ha seguita nel 2011.
Si inizia con la chemio: 12 sedute (1 a settimana di taxolo di cui una al mese anche con zoometa per le ossa) e con la radio (in una pausa tra le chemio).

A febbraio i marker tumorali sono in discesa secondo l'oncologo e la TAC sembra convalidare l'ipotesi che la neoplasia all'uretere sembra ferma se non addirittura ridotta nelle sue dimensioni. I primi di marzo un collasso vertebrale inizia a premere sul nervo sciatico sinistro e mamma non riesce più a camminare dai dolori.

Marzo (chemio fatte:9) una presunta polmonite ci ha ritardato sulla tabella di marcia e mamma non fa chemio per quasi tre settimane.

Fine marzo, mamma è debilitata e da ipertesa quale era ora è ipotesa. 45 68 di pressione ci porta ad un ricovero di 28 giorni presso l'ospedale regionale di Ancona: entriamo dal pronto soccorso e scopriamo che in realtà è uno scompenso cardiaco, finiamo in medicina d'urgenza e quando dopo 5 giorni lo scompenso è curato e stiamo per tornare a casa mia madre si becca una brutta infezione alle vie urinarie che ci costringe ad altri 23 giorni di ricovero in medicina generale.
Delle TAC di controllo evidenziano molteplici metastasi su tutta la colonna vertebrale, infezione dei batteri ha camminato fino al rene destro ed è presente un enfisema su tutto torace e schiena, e ci viene detto chiaramente che mamma è terminale,  e dobbiamo cercare di muoverla il meno possibile e prepararci al peggio.

Maggio 2015 siamo a casa, mamma allettata, ovviamente non è il caso di fare nessuna cura oncologica, non farebbe che accelerare il processo di morte dicono.
Nel frattempo siamo seguiti dallo IOM (Istituto Oncologico Marchigiano), medici e infermieri volontari che si occupano delle cure palliative a casa.

Non c'è giorno che passa che rinnovo in mia madre la speranza, lei che ancora spera di camminare di nuovo e di stare bene.
Non c'è giorno che passa che continuo a sperarci anche io,anche quando ho sentito  la parola "terminale" e "morfina".
Non mi dó pace e spero non sia troppo tardi.
Le analisi del sangue vanno meglio, l'enfisema sembra sparito e i capelli stanno ricrescendo, il corpo sta riprendendo a vivere senza chemio!
Pensate sia troppo tardi per intraprendere il cammino con il Metodo Di Bella ?
In attesa di chiedere un consulto medico anche a Suo fratello, attendo una Sua risposta.
Grazie per il tempo dedicatomi,
Veronica, una figlia troppo innamorata di sua madre

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