Il film di Wim Wenders su Pina Bausch non è un omaggio, nè un tributo.
Non è un documentario.
È una lettera d'amore, un ripercorrere le tappe di questa storia di amore.
È un viaggio.
Un viaggio nel mondo di Pina attraverso gli sguardi, i volti, le parole, i movimenti, dei suoi "figli".
I ballerini.
È un viaggio che ti fa sentire il vuoto incolmabile che lascia un'artista unica nel suo genere,
come Pina era.
Un genio di donna che riusciva con uno sguardo a sconvolgere nel più profondo la tua anima.
Così come i suoi occhi e i suoi gesti, nei suoi spettacoli sono i movimenti dei ballerini a racchiudere le emozioni, a raccontarti storie d'amore, di donne, di uomini, di solitudine, di depressione, di gioia, di rinascite.
Impossibile non piangere.
Pina Bausch sa toccarti nel profondo.
E ci mancherà, eccome se ci mancherà.
Mancherà anche a chi non l'ha mai conosciuta, e alla fine del film tutti sentiranno un incolmabile vuoto.
Ma allo stesso tempo un'estrema sensazione di benessere.
Da vedere sopratutto se non si conosce la Bausch.
Ti avvicina a quel tipo di danza che nessuno si aspetta, quella fatta di emozioni travolgenti, quella che ti fa schizzare il cuore dal petto.
E ti emoziona.
Non dimentiherò mai Vollmond, vederlo dal vivo è stato uno dei momenti più belli e indimenticabili della mia vita.
Respirare quell'aria piena di emozioni condite da una pioggia infinita ti fa dimenticare di essere in un teatro.
Ti fa viaggiare. E amare. Anche quando non parla d'amore, l'amore c'è.
Capita che vuoi parlare di qualcosa e che arrivi molto vicino a quello che vuoi dire. Ma capisci anche che è così importante che ti sembra stupido persino mostrarlo. [...] Ogni volta è come se ci fosse un grande conflitto tra quello che vuoi rendere chiaro e quello dietro a cui vuoi nasconderti [...].
Pina Bausch
Tanzt, tanzt sonst sind wir verloren.
Pina Bausch
“No, there was no hurricane that swept across the stage,
there were just … people performing
who moved differently then I knew
and who moved me as I had never been moved before.
After only a few moments I had a lump in my throat,
... and after a few minutes of unbelieving amazement
I simply let go of my feelings
and cried unrestrainedly.
This had never happened to me before…
maybe in life, sometimes in the cinema,
but not when watching a rehearsed production,
let alone choreography.
This was not theatre, nor pantomime,
nor ballet and not at all opera.
Pina is, as you know,
the creator of a new art.
Dance theatre. […] Until now movement as such has never touched me.
I always regarded it as a given.
One just moves. Everything moves.
Only through Pina’s Tanztheater have I learned to value
movements, gestures, attitudes, behaviour, body language,
and through her work learned to respect them.
And anew every time when, over the years I saw Pina’s pieces, many times and again,
did I relearn, often like being struck by thunder,
that the simplest and most obvious is the most moving at all:
What treasure lies within our bodies, to be able to express itself without words,
and how many stories can be told without saying a single sentence.”
Wim Wenders about Pina Bausch
Wuppertal Tanztheater:
Regina Advento, Malou Airaudo, Ruth Amarante, Jorge Puerta Armenta, Rainer Behr, Andrey Berezin, Damiano Ottavio Bigi, Ales Cucek, Clèmentine Deluy, Josephine Ann Endicott, Lutz Forster, Pablo Aran Gimeno, Silvia Farias Heredia, Barbara Kaufmann, Nayoung Kim, Daphnis Kokkinos, Eddie Martinez, Dominique Mercy, Thusnelda Mercy, Ditta Miranda Jasjfi, Cristiana Morganti, Nazareth Panadero, Helena Pikon, Jean Sasportes, Franko Schmidt, Azusa Seyama, Julie Shanahan, Julie Anne Stanzak, Michael Strecker, Fernando Suels Mendoza, Tsai-Chin Yu, Aida Vainieri, Anna Wehsarg
Playlist PINA Soundtrack:
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